venerdì 23 aprile 2021

A DOMANDA… MORENO RISPONDE (34)

Trentaquattresima puntata della rubrica

A domanda… Moreno risponde”!


Innazitutto, come potrete leggere,

il dibattito “Stiletto sì, Stiletto no

è lungi dall’essere esaurito…


Si parlerà anche di grandi autori come

Milo Manara e Paolo Eleuteri Serpieri,

di copertinisti e sceneggiatori,

di “nostalgia canaglia” e della collana Zagor Classic

e naturalmente di tanto altro!


Ringraziamo Moreno Burattini

per la sua grande disponibilità.

 

1 – Caro Moreno, intendo scrivere il seguente discorso senza avercela personalmente con nessuno, ma portando alla ribalta un argomento passato decisamente sottotono, ovvero il ritorno di Stiletto. Ora, so che è un personaggio inventato e no, non sono un troll che vuole scherzare su questo fatto, ma nella saga zagoriana ce ne sono a bizzeffe di comprimari peggiori di lui. Non voglio essere l’avvocato difensore di nessuno, ma io che ho amato alla follia, a differenza di altri, quella storia, mi sono sentito rivoltare lo stomaco quando, anche attraverso altri blog linkati da lei, sono emerse opinioni che rappresentano la figura in questione come un totale idiota. Io sono dispiaciuto di questo, essendo tra l’altro una persona che vorrebbe rivedere tale personaggio, rendendogli merito, dopo essersi salvato, non si sa come, dalla distruzione dell’Isola delle Trenta Bare. Mi dispiace dover esprimere il mio rammarico su questo fatto, in quanto in questo periodo c’è poco da stare allegri per cose ben più importanti che di un semplice personaggio dei fumetti, ma ho voluto scrivere a lei ed in generale come Stiletto sia rimasto nel mio cuore e che, spero, lei o qualcun altro vorrà concedere ad egli l’onore di tornare sulla strada di Zagor e Cico. Detto ciò, sono felice di avere avuto l’opportunità di dichiararmi in disaccordo con la maggior parte degli zagoriani che lo prende in giro, tanto da chiederle di dargli la giusta considerazione. Da un lettore affezionato da molti anni alla saga, la saluto intuendo anche di poter essere cestinato perché fautore di polemica, ma voglio solo dichiarare di essere perennemente rammaricato.

A quanto pare Stiletto ha davvero i suoi fans, al pari di Supermike. Credevo che le richieste di un sui ritorno fossero frutto di scherzi, ma evidentemente non è così. Mi fa persino piacere, in realtà, perché dimostra che davvero non si può prevedere l’effetto che un personaggio può  fare nel cuore dei lettori. E soprattutto, conferma la mia teoria secondo la quale i giudizi del pubblico sono imponderabili e variegati. Come ci sarà sempre chi disprezza qualunque cosa, ci sarà anche chi apprezza quel che si potrebbe pensare indifendibile. Prometto pertanto di rileggermi la storia in cui compare e studiare una possibilità di riutilizzo: potrebbe persino essere una bella sfida.

2 – Gentilissimo Moreno, grazie per la passione che metti nel tuo lavoro. Ci regali autentica emozione e avventura con le tue storie. Vorrei approfittare della tua disponibilità per una domanda: premesso che prediligo le storie fantasy e horror, non mi dispiacerebbe vedere una nuova lunga storia su di una grande rivolta a Darkwood con gli indiani sobillati da un vecchio nemico in cerca di vendetta (magari Mortimer, se davvero tornasse). L’idea sarebbe fattibile?

Direi che si tratta di un tema ricorrente. Perciò ricorrerà.

3 – Caro Moreno, ho notato che le donne sono parte integrante di Zagor. Pesce le disegna divinamente, ma credi possibile una collaborazione con Milo Manara che del genere femminile è un illustre esperto?

Se Milo Manara manifestasse interesse e disponibilità, non potrei che esserne entusiasta, da antico suo ammiratore qual sono. Del resto, con “L’estate indiana” ha dimostrato di essere in sintonia con le atmosfere zagoriane, così come con “Quattro dita” si era già sbizzarrito con gli scenari western. Lasciando perdere un eventuale (e non indifferente) problema budget, l’altra vera questione, casomai, è che le storie zagoriane solitamente sono lunghe, bisognerebbe studiare una formula e un formato ad hoc.

4Caro Moreno, sarei interessato a sapere come proseguirà la testata Classic Zagor. Ci sarà possibilità di vederla quindicinale, o resterà (come io mi auguro) mensile? E si fermerà alle storie a strisce, o fino a che venderà? Inoltre, sarei molto curioso di sapere qual è la tua storia preferita nei primi albi di Zagor, diciamo i primi 30. Grazie e buon lavoro.

Fermo restando che decidono i direttori, di solito una testata continua finché è sorretta da un sufficiente numero di acquirenti. Riuscire a raggiungere “Il re delle aquile” (l’ultima storia uscita nel formato a striscia) sarebbe un bel risultato, considerando che ne siamo ben lontani. Zagor Classic ha dovuto fare i conti con il lungo periodo di rodaggio del personaggio, quello precedente all’avvento di Hellingen: in pratica il personaggio comincia adesso a entrare nel suo periodo migliore. Se c’è chi non conosce bene l’eroe di Darkwood e cerca uno “starting point” per cominciare a seguirlo, potrebbe benissimo affiancare alle storie inedite della serie regolare quelle attualmente in corso di ristampa proprio sul Classic. Suggeritelo agli amici, andremo incontro a storie sempre più belle. Tra i primi trenta albi Zenith dedicati allo Spirito con la Scure, confesso la mia preferenza (per testi e per disegni) proprio per il trentesimo, “La preda umana”, dove si conclude la storia del cacciatore di uomini e comincia quella del Lupi Neri (due storie tra quelle che più amo). Questo perché mi pare che proprio con “Guerra!” cominci il periodo migliore, con Ferri e Nolitta che hanno portato il loro eroe alla perfetta maturità.

5 – Ciao Moreno, essendo un tuo seguace/follower su Facebook, mi cadde l’occhio tempo fa su una proposta fatta da te, accettata dalla Casa Editrice, ma che tu in persona non avresti mai accettato. Se non chiedo troppo, puoi darci qualche informazione in più su questa cosa? Grazie.

Era l’idea di inserire, sia pure in sottofondo, il tema dell’omosessualità: è ciò che si è poi realizzato con la storia disegnata da Franco Saudelli in Zagor Darkwood Novels, quella intitolata “Harbour Ranch”.

6 – Ciao Moreno, sono Mario “MarioCX” di Savona, non so se ti ricordi di me... Mi ha fatto sorridere questa tua frase: “Siamo riusciti a raggiungere il sessantennale, ma c’è il “fuoco amico” (in realtà nemicissimo) di chi quasi se ne addolora perché avrebbe preferito veder chiudere la serie nel 1980”. E magari c’è chi avrebbe preferito vederlo chiudere nel 1976! No, non sono io in entrambi i casi. Però è vero quello che dici sulla nostalgia di fasi diverse dello stesso personaggio. Nel fumetto Disney io sono inevitabilmente legato (e quindi in certa misura “nostalgico”) delle storie del Topo pubblicate tra il 1966 e il 1973, altri rimpiangono i testi di Jerry Siegel che io odiavo e altri ancora sono nostalgici del Topolino diretto da Gaudenzio Cappelli negli anni ‘80. Però credo che, al di là delle proprie affezioni, ci sia una qualità “oggettiva” delle storie e dei disegni. Non che ai miei tempi sul Topo ci fossero solo storie belle (ricordo il terribile disegnatore Giancarlo Gatti) e neppure su Zagor... Anche da decenne non potevo non accorgermi dei brutti disegni di... Chiomenti? Si chiamava cosi? O dell’inadeguatezza di Pini Segna che era una cara persona che ebbi la ventura di conoscere e che nel 2001 fece un ritratto a mio figlio. Insomma, la nostalgia ha un ruolo importante, ma se una storia era una ciofeca lo rilevavo anche da bambino! Un caro saluto, Mario.

Sull’argomento della nostalgia canaglia ho scritto un articolo intitolato (guarda caso) proprio “Nostalgia canaglia”, pubblicato sul mio blog “Freddo cane in questa palude” nel 2014 ma, credo, tuttora attuale (o forse, ancora più attuale). Invito gli interessati a leggerlo cliccando qui:

https://morenoburattini.blogspot.com/2014/11/nostalgia-canaglia.html

7 – Quali sono, secondo lei, le differenze caratteriali fra Tex e Zagor?

Tex è l’uomo che non sbaglia mai, non ha esitazioni, sa sempre qual è la cosa migliore da fare. Zagor invece è più umano, vince soffrendo, a volte prende un sacco di botte ma poi si rialza. Una volta mi hanno chiesto di immaginare una lettera scritta dallo Spirito con la Scure ad Aquila della Notte, in occasione del settantennale (2018). Ho affrontato, fra l’altro, proprio questo tema (quello delle differenze caratteriali tra i due eroi). Se ne è incuriosito, la trova qui:

https://www.lospaziobianco.it/settantaditex-caro-tex-ti-scrivo/

8 – Se dovesse stilare una classifica fra i quattro copertinisti delle serie storiche Bonelli, mensili, ovvero Zagor e Tex, posto il fatto che sono e sono stati in carica in periodi diversi, lei come la farebbe (Galleppini, Ferri, Villa, Piccinelli)?

E’ chiaro che stiamo parlando di una classifica, stilata per gioco, che mette a confronto miti assoluti con i loro allievi, oltre che epoche diverse (e anche formati editoriali diversi). Tuttavia mi pare che Galep, da me amatissimo, non abbia nelle copertine il suo punto di forza (mentre è inarrivabile, secondo me, nella capacità di condensare il racconto negli spazi delle vignette degli albetti a striscia). Viceversa, Ferri ha sicuramente un talento da copertinista. Perciò, la mia personale classifica è: Ferri, Villa, Piccinelli, Galep.

9 – Gentile Moreno, citando gli storici, grandi sceneggiatori Zagoriani (Nolitta, Bonelli Sr., Castelli, Sclavi, Toninelli e Boselli) da ognuno di essi cosa pensi di aver preso e trasmesso attraverso le avventure dello Spirito con la Scure? Inoltre, ti sei sentito o visto imitato da qualche altro sceneggiatore? Scusandomi per le mie lungaggini, ti chiedo la definizione che daresti allo Stile Burattiniano che rappresenti. Grazie.

Ritengo di avere (qualcosa o tutto) da imparare da ciascuno degli sceneggiatori da te citati. Il mio scopo è sempre stato quello di farmi scambiare per Nolitta, mimetizzarmi il più possibile con lui. Il più possibile, sottolineo, perché non sono Nolitta (né mi si può imputare come colpa il non esserlo). E poi perché, in ogni caso, i tempi sono cambiati e bisogna adattare certi stilemi ai codici della comunicazione che cambiano. Certe ingenuità, freschissime ed efficacissime all’epoca, oggi non sarebbero perdonate agli sceneggiatori di oggi. Magari potessi, tuttavia, avere la sua facilità di narrazione e di caratterizzazione dei personaggi, ma anche il pubblico dell’epoca e la libertà spaziare in praterie inesplorate. A Bonelli senior ho cercato di rubare, di tanto in tanto, gli elementi da feuilleton e un certo fraseggio. Di Castelli credo di aver recuperato la costruzione dell’intreccio. Cerco a volte di imitare Sclavi quando cerco di visualizzare scene d’effetto, di grande (almeno nelle intenzioni) impatto visivo. Toninelli mi ha insegnato come costruire storie solide nonostante i paletti imposti. Boselli, secondo me, è inimitabile e non ci provo nemmeno. Lo stile burattiniano? Mi viene in mente il “metodo Maigret”, oggetto di tante discussioni ma di cui il commissario di Simenon diceva: “non c’è nessun metodo”. Il mio metodo è cercare di immaginare una storia che possa intrigare il lettore, seguendo, in questo, l’istinto: mi chiedo sempre se la trama che sto scrivendo mi interesserebbe se fossi lo zagoriano che poi lo leggerà.  Siccome mi piace che tutto torni e gli ingranaggi girino, mi sforzo di farli girare. Mi pare, qualunque sia il giudizio che si può esprimere sul risultato finale, che le mie storie siano chiare, senza punti oscuri, gradevoli nel loro sviluppo. Non mi si può accusare di cripticità (ovvero, mi sono sentito accusare di tutto, può darsi per qualcuno sia anche criptico, chissà). Mi piacerebbe essere definito “fumettoso”. Qualcuno che mi imita? Se me ne accorgessi, gli suggerirei di imitare Nolitta, o Boselli, o Castelli, o Sclavi

10 – Caro Moreno, seguendo alcuni suoi post su Facebook mi sono venute in mente delle domande che elencherò di seguito: ho capito che è un ammiratore di Druuna e delle opere di Paolo Eleuteri Serpieri, già apparso su Tex, e quindi chiedo se sia possibile vederlo anche su Zagor. Ho anche notato alcuni commenti di appassionati che hanno proposto spunti per avventure nordiche e per Roccaspana (non so se ho scritto giusto, visto che non le ho fatte io) e ti chiedo se le hai prese in considerazione.

Circa Paolo Eleuteri Serpieri vale quello che ho scritto su Manara poche risposte fa, con però l’aggiunta del fatto che di Paolo ritengo di potermi considerare buon amico, avendo avuto con lui una certa frequentazione. Di recente ho scritto un lungo saggio su Druuna che comparirà sul catalogo, targato Scarabeo, di una grande mostra che si sta organizzando a Città di Castello. Circa le avventure nordiche, se parliamo di regioni artiche per il momento non ci sono storie in lavorazione, ma anche gli scenari innevati fanno parte della tradizione zagoriana per cui li rivedremo.

11 – Caro Moreno, esistono, e probabilmente sono sempre esistite, storie “fondo di magazzino” da utilizzare per le emergenze. Ti chiedo quindi se ne hai già utilizzata qualcuna e se ne hai altre da poter smaltire in futuro?

Ovviamente nessuna storia viene realizzata con il proposito di farne un “fondo di magazzino”, ma a volte succede che, per i più svariati motivi (per controindicazioni legate alla contingenza o per difetti che bisogna trovare il modo di risolvere), alcune non trovino la strada dell’edicola e restino per anni in attesa di venire inserite nella programmazione. Il buon proposito è, naturalmente, quello di aggiustare quel che c’è da aggiustare e pubblicare tutto o il più possibile. E’ chiaro che tenere un racconto inutilizzato, oltre a creare un danno economico, non fa contenti neppure gli autori che vorrebbero veder pubblicato il loro lavoro. Ogni tanto riesco a sbloccare qualche giacenza, alternandola a storie di più recente realizzazione.

12 – Caro Moreno, prendendo esempio dal film “Pulp Fiction”, cosa ne diresti di creare una storia dove l’inizio non è l’inizio, dove la fine non è la fine e dove le altre situazioni non sono collegate le une dietro le altre fra loro?

Diciamo che non è nella tradizione zagoriana, che predilige storie con un capo e una coda. Ciò detto, “Pulp Fiction” è uno dei miei film preferiti.

13 – Caro Moreno, non ne hai bisogno ma voglio spezzare una lancia a tuo favore. Leggendo “L’ultimo Vikingo” sulla Gazzetta ho letto di Zagor che parla di campi magnetici. Anche Nolitta fece questo esperimento di Zagor erudito. Non potrai mai essere nel torto se il creatore stesso utilizzò queste conoscenze di Zagor in una sua storia. Viva Moreno!

A volte vengo preso in giro perché, di fronte a certe critiche, rispondo: guardate che anche Nolitta aveva fatto lo stesso (e lo dimostro). Un caso eclatante e divertente è un commento che lessi, a suo tempo, su un qualche forum là dove un lettore si mostrava scandalizzato dal fatto che nella storia “Le donne guerriere” (Zenith 619) Marie Laveau apre la botola d’ingresso a un sotterraneo delle amazzoni usando una sorta di telecomando. Il lettore scriveva: “Telecomandi? Ma stiamo scherzando?”. Secondo lui, non ci dovevano essere telecomandi su Zagor. Evidentemente quel tipo, giudice supremo di ciò che in una storia si può o non si può mostrare, non ha mail letto (o non ricorda) Minaccia dallo spazio, di Guido Nolitta: storia piena di missili telecomandati! Risposi così: Caro amico scandalizzato dai telecomandi (diavolerie che nella storia mia e di Laurenti si fa fatica a rintracciare, tanto è poco invasiva la loro presenza), ti sei mai accorto che in quel racconto nolittiano Zagor uccide i soldati agli ordini di Hellingen premendo dei tasti che scaricano automaticamente dei raggi mortali dalle cinture che hanno in vita? Sì? No? Mi piacerebbe saperlo. Per leggere tutta la risposta (a questa e ad altre obiezioni) si può andare a vedere qui:

http://morenoburattini.blogspot.com/2012/11/le-donne-guerriere.html

14 – Ciao Moreno, direttamente da Milano ti chiedo se tu abbia mai pensato di utilizzare il mito di Narciso su Zagor, pur comprendendo che Supermike un po’ lo è.

Mi viene in mente la storia “L’assassino di pietra”, di Marcello Toninelli e Marco Torricelli. C’è il riferimento al “Ritratto di Dorian Gray”, il cui protagonista un po’ Narciso lo è.

15 – Gentile signor Moreno approfitto della sua disponibilità per una domanda su due disegnatori, i Cassaro, che hanno disegnato molti Maxi ma sulla serie regolare l’ultimo loro lavoro è stato “Lacrime nere”. Mi piacerebbe molto rivederli sulla serie regolare più spesso; hanno uno stile che apprezzo molto. Grazie mille in anticipo. Cordiali saluti.

Rivedrai i Cassaro in alcune pagine (quaranta) del prossimo Speciale Cico (giugno) e nella nuova serie a striscia inedita (160 tavole, corrispondenti a otto albetti) “Collana Aquila” (ottobre). Sulla serie regolare non sono i programmazione, per il momento.

16 – Caro Moreno, dopo aver riletto “Uomini in guerra”, che non mi ha permesso di staccare gli occhi dal Maxi, essendo assenti tempi morti, ti chiedo se un’altra storia del genere, “normale”, ad ampio respiro e formidabile possa essere già in cantiere.

In teoria ogni storia dovrebbe essere senza tempi morti. Poi, le buone intenzioni non bastano e bisogna fare i conti con ciò che partoriamo. Mi chiedo che cosa voglia dire “normale”: in realtà tutte le avventure dovrebbero avere qualcosa di “speciale”. Forse vuoi intendere un racconto western di stampo tradizionale (anche se il western su Zagor dovrebbe essere quanto meno “vecchia frontiera”, alla “Ultimo dei Mohicani”): il numero del sessantennale, in uscita a giugno, sarà proprio così. E la brevità (94 tavole) dovrebbe aver consigliato agli autori (il sottoscritto e Marco Verni) di non indulgere in tempi morti.

17 – Caro Moreno, quale è a tuo giudizio il disegnatore che ha meglio saputo tradurre in disegno alla perfezione ciò che era scritto nelle tue sceneggiature?

Fermo restando che sono soddisfatto di tutti i disegnatori con cui ho collaborato (che ho sempre considerato dei maghi nella loro capacità di visualizzare il testo scritto che ho consegnato loro), il primo nome che mi è venuto in mente, così di primo acchito, è quello di Giuseppe Prisco.

18Caro Moreno, prendo spunto dalla recente storia di Faraci “Benvenuti a Heavenwood”, che peraltro a me è discretamente piaciuta, per manifestare la mia perplessità riguardo al fatto che Zagor vi agisca come uno sconosciuto. Siamo appena ai confini di Darkwood, ma lui non conosce questo centro e nessuno ha mai sentito parlare di lui, nemmeno la tribù pellerossa (questo sembra davvero poco credibile). In storie di altri autori, al contrario, Zagor sembra preceduto dalla sua fama in ogni angolo d’America, e forse anche le diplomazie straniere conoscono il suo nome. Io penso che una storia funzioni meglio quando Zagor agisce “in incognito” (credo sia uno dei segreti delle trasferte), ma al di là delle preferenze di ciascuno, non pensi che ci sarebbe bisogno di maggior coerenza riguardo a questo aspetto?

Dato per scontato l’appunto che ci troviamo di fronte a storie di fantasia, bisogna considerare come Darkwood sia una regione molto vasta, che non comprende solo una foresta o una palude, ma si allarga fino a inglobare tutti gli scenari dell’avventura (come ha detto più volte Sergio Bonelli). Ci possono essere zone distanti mille miglia (in senso letterale) dalla capanna dove vive Zagor. Si distende su vari stati: Ohio, Pennsylvania, Virginia. Negli anni in cui sono ambientate le nostre avventure non c’erano radio e televisione, ma neppure le fotografie e rarissimi erano i telegrafi (per non creare anacronismi, io addirittura li vieto). Scarsissima distribuzione avevano, nelle terre di frontiera, i giornali che già pochi leggevano anche in città. In un territorio immenso, la densità della popolazione era bassissima. Quindi può succedere che Zagor capiti in luoghi dove non è mai stato, o incontri gente che non lo conosce, e non è detto che neppure tutti abbiano seppur vagamente “sentito parlare” di lui. Questo, ovviamente, nei luoghi più lontani dalla palude dove vive o da Pleasant Point: vicino a casa lo conoscono tutti, salvo i nuovi arrivati (che però sono parecchi, essendo terra di immigrazione e di transito verso l’Ovest). Quindi, è plausibile sia che Zagor venga riconosciuto, come che non venga riconosciuto. Lo sceneggiatore ha tutte e due le possibilità a disposizione.

19Caro Moreno, mi ha colpito la risposta n° 8 della tornata precedente, quella in cui dici di non essere riuscito a superare in bravura Mauro Boselli, citando alcune sue bellissime storie. Parole di grande umiltà, che ti danno onore. Ma io mi permetto di scrivere che almeno in un caso è Boselli che non ti ha superato: parlo de “La palude dei forzati”, per me un kolossal, uno dei capolavori dell’intera saga. Ora, io non sono tra quelli che invocano continuamente il ritorno di questo o di quell’altro, ma faccio un’eccezione per un personaggio che mi è rimasto nel cuore: Jonah Joyce. Non sai quanto mi piacerebbe se Zagor potesse incontrarlo nuovamente, magari... nella loro Irlanda! Che mi dici?

Piacerebbe anche a me scrivere una storia di Zagor in Irlanda, e anche una in cui faccia ritorno Jonah Joyce. Chissà.

20 – Caro Moreno, quanto sei addentro nella scelta finale delle copertine di Zagor?

Ne discuto prima con Alessandro Piccinelli, lui fa le sue proposte (tre, a volte quattro) di cui parlo con Michele Masiero, indicando e motivando le mie preferenze. Ma l’ultima parola spetta al direttore.

 

sabato 17 aprile 2021

FLASH: profilo di un supereroe


 Dopo aver letto l’albo Flash/Zagor n. 0 e in attesa di poter gustare l’avventura completa che vedrà affiancato il Velocista Scarlatto della DC Comics al nostro Spirito con la Scure, spero di fare cosa gradita agli appassionati di quest’ultimo tracciando una - per quanto possibile sintetica - “biografia” del personaggio di Flash, onde poter apprezzare meglio l’incontro tra i due.

Iniziamo col dire che Flash è un supereroe con il potere di muoversi a una velocità che supera sette volte quella della luce, violando le leggi della fisica. Nel corso dei suoi ottant’anni di carriera fumettistica ha avuto diverse incarnazioni.

Il personaggio esordì nel 1940 come alter ego di Jay Garrick.

Costui, mentre studiava gli effetti dell’acqua pesante (quella che viene usata nei reattori nucleari per la sua capacità di rallentare i neutroni veloci che hanno il compito di colpire gli atomi di uranio per liberarne l’energia), fece cadere una provetta contenente la sostanza, assorbendone i gas per tutta la notte. Dopo varie settimane di coma, il giovane si svegliò con il potere di raggiungere velocità incredibili per un uomo normale, diventando così l’uomo più veloce del mondo e assumendo l’identità di Flash, indossando un costume rosso, blu e giallo, con stivaletti ed elmetto (ornato ai lati da due ali come il dio Mercurio). Jay, divenuto anche un asso del football americano, conquistò la ragazza più bella della scuola, Joan Williams, con cui si sposerà pochi anni più tardi. Quando dovette svelare la propria identità al mondo intero, si ritirò a vita privata (1947).

Il personaggio tornò rinnovato nel 1956. La nuova incarnazione si chiamava Barry Allen (ed è proprio questo il Flash che interagirà con il nostro Zagor), e la sua rappresentazione grafica sarà quella definitiva: Allen, era un brillante studente di chimica, noto a tutti sia per la sua bravura in questo campo che per il suo essere perennemente in ritardo, specie se assorto in qualche esperimento scientifico o nella lettura del suo fumetto preferito, Flash (il Jay Garrick di cui sopra, che tuttavia, nella finzione fumettistica, viveva realmente in un altro universo: infatti i due si incontreranno nell’avventura del 1961 intitolata “Il Flash dei due mondi”, ripubblicata nella versione da edicola dell’albo Flash/Zagor).

La sua voglia di seguire le orme di Flash lo spinse ad arruolarsi nella scientifica della polizia combattendo il crimine a modo suo. Un giorno incontrò Iris West, brillante giornalista e donna dal grande carisma, che si innamorò di lui. I due si fidanzarono, ma un giorno qualcosa di inaspettato accadde: mentre era in laboratorio, Barry venne investito da dei prodotti chimici caduti da uno scaffale per colpa di un fulmine. Stordito ed incredulo a causa dello strano incidente, uscì per tornare a casa. D’improvviso scoprì di correre più veloce del taxi che cercava di raggiungere. Subito dopo si accorse che la reazione combinata del fulmine e dei prodotti chimici lo aveva dotato di una velocità sovrumana. Mentre si apprestava a dirlo alla sua futura moglie, si rese conto di quanto potesse essere pericoloso per lei e quindi tacque. Il fatto di possedere l’ipervelocità ne cambiò drasticamente la vita. Iniziò infatti a mettere il proprio potere al servizio dell’umanità combattendo il crimine, sviluppando particolari tecniche, come quella di correre così veloce da poter camminare in verticale sui muri, o di passare attraverso gli oggetti vibrando a particolari frequenze.

Subito assunse l’identità di Flash in onore dell’eroe della sua infanzia, ma cambiò drasticamente il costume (Gardner Fox, Robert Kanigher e Carmine Infantino, gli autori che crearono Barry Allen, modernizzarono infatti il concetto di “Velocista Scarlatto” conferendogli un aspetto più vistoso).

Nel 1986, durante la saga della Crisi sulle Terre infinite, Barry Allen morì, sacrificandosi per salvare l’Universo, e il costume passò a Wally West, (nipote di Barry, che già in precedenza aveva adottato l’identità del supereroe Kid Flash, la “spalla” adolescente di Flash), terza incarnazione del personaggio.

Nel 2008, tuttavia, Barry Allen ritornò dal mondo dei morti nella saga Crisi finale, per aiutare gli altri eroi del DC Universe a sconfiggere il malvagio Darkseid prima che la sua presenza sulla Terra distrugga la realtà, tornando poi alla sua vita di sempre e riprendendo il suo vecchio lavoro alla scientifica della polizia di Central City.

Successivamente, all’interno del rilancio editoriale DC Comics del 2011 denominato The New 52 (con l’obiettivo di creare un nuovo universo dove le storie dei vari personaggi sarebbero state raccontate in 52 nuove serie mensili che ripartirono dal n. 1 e legate da una rinnovata e azzerata continuity interna), Barry Allen è fidanzato con Patty Spivot, sua collega in polizia con cui andrà a convivere, mentre Iris West per lui è solo un’amica con cui un appuntamento non è andato bene. In questa nuova storia editoriale Barry Allen acquisisce i suoi poteri sostanzialmente nello stesso modo.

Dopo il successo iniziale del progetto, nel 2015 le vendite entrarono in crisi e si decise quindi un nuovo rilancio che andò sotto il nome di Rinascita (Rebirth) ed il nuovo universo di personaggi che si venne a creare, noto come “DC Universe Rebirth”, costituì il rilancio dell’universo supereroistico della DC Comics dopo la chiusura delle serie nate con il reboot “The New 52”; con l’occasione, si decise di riprendere in gran parte la continuity anteriore al 2011 e di ripristinare il background narrativo. All’interno di questo rilancio editoriale, al personaggio di Flash venne dedicata una nuova serie omonima, la quinta, esordita ad agosto 2016 ed in corso sino ad oggi.

Ora, qualche parola più specifica sui poteri del personaggio.

Il bagno chimico dette a Barry Allen un collegamento con la Forza della Velocità (forza energetica extradimensionale, vagamente definita, da cui l’eroe attinge i propri poteri), che gli consente una velocità che supera - come ho già accennato all’inizio - sette volte quella della luce.

Vibrando a particolari frequenze può diventare intangibile e oltrepassare gli oggetti.

Correndo su un particolare macchinario chiamato “tapis roulant cosmico” può convertire la velocità in vibrazioni, che gli permettono di viaggiare nel tempo e/o nelle altre dimensioni.

Quando Barry sferra un pugno mentre va a velocità della luce, la velocità si trasforma in massa, permettendogli di sferrare un pugno di massa infinita che di conseguenza provoca un danno infinito.

Roteando il braccio a super-velocità può creare una corrente d’aria molto forte; quando gira in tondo riesce a creare un tornado.

Tutte le sue abilità fisiche e mentali sono velocizzate (anche la crescita dei muscoli) ma la Forza della Velocità provoca un effetto secondario che gli permette di invecchiare più lentamente.

Egli possiede capacità mentali iper-velocizzate, poiché percepisce il mondo al rallentatore (abbastanza comiche sono quelle situazioni in cui manifesta noia aspettare che una persona normale finisca di parlare).

Grazie all’attrito generato in corsa, Barry può anche bruciare il terreno oppure fondere un oggetto toccandolo.

Infine, l’eroe possiede un’aura che durante la corsa lo protegge dall’estrema frizione con l’aria.

* * *

Ecco fatto. Spero con questo articolo di essere riuscito non solo a spiegare le caratteristiche di questo supereroe della DC Comics ma, magari, anche di avervi incuriositi e così spingervi ad  approfondire la vostra conoscenza del personaggio.

Ora, attendiamo fiduciosi di poter leggere il crossover con Zagor: le premesse poste del n. 0 (che avevo recensito qui) lasciano ben sperare. Vedremo!

 

giovedì 8 aprile 2021

A DOMANDA… MORENO RISPONDE (33)

Puntata numero trentatré della rubrica

A domanda… Moreno risponde”!


 

Il numero 33 accompagna solitamente un risveglio spirituale

portando luce nelle zone oscure di sè stessi.

Per la numerologia il 33 è un numero “maestro”

che richiede responsabilità a chi lo porta,

perché è come una lanterna accesa per tutti coloro

che sanno gettare uno sguardo alle vette spirituali.

33 è un numero particolarmente significativo

dal punto di vista religioso giudaico-cristiano:

ad esempio è il numero delle volte in cui

è menzionato il nome di Dio nella Genesi;

il re Davide regnò a Gerusalemme per 33 anni;

secondo i Vangeli sono gli anni che visse Gesù Cristo…


…no, cari amici zagoriani, non sono impazzito...

ho scritto quanto sopra giusto per accennare

anche a qualcosa di “altro

oltre che a “Zagor”… dato il nome di questo blog.

La mia naturalmente è una battuta, e la potrete capire

quando leggerete la risposta di Moreno

alla domanda n. 12 di questa serie 😂


A proposito… questa volta si parlerà di Ottavio De Angelis,

degli Uomini Puma, di Hegel Von Axel,

di Enzo Petito, di antico Egitto,

e di tanto altro…


Ringrazio come di consueto Moreno Burattini

per la sua grande disponibilità.


1 – Caro Moreno, Lei ha parlato di, testuali parole, “una lunga lista di appetibili suggerimenti”. Ciò riguarda le richieste di ritorni che Le sono state fatte in questo blog, ma immagino che all’interno di questa lista ce ne siano altri che Le saranno stati suggeriti al di fuori di questa rubrica. Può dircene qualcuno che non è stato nominato in questo blog, pur sapendo che la cosa potrebbe diventare controproducente in caso di voler fare una sorpresa ai lettori? Aggiungo anche: quali, fra questi suggerimenti, sono quelli che sono stati veramente presi in considerazione, pronti per essere protagonisti di una nuova storia, con una buona idea di base?

La “lunga lista di appetibili suggerimenti” si fa sempre più lunga (il file che mi sono fatto, denominato “spunti.doc”, conta già quattro pagine di suggerimenti giunti da questo blog). Ho, naturalmente, una cartella (denominata “Idee Zagor”) in cui mi segno le tracce che vengono in mente a me, dopo aver letto libri o visto film. Fra questi, ce ne sono alcuni che già dai titoli possono far capire di che cosa si tratta: “Tritone”, “Ammutinamento”, “La maschera di ferro”, “Yukon”, “Sasquatch”… ma chissà se li svilupperò mai. Riguardo alla possibilità che uno degli spunti suggeriti su “Zagor e altro…” venga realizzato, c’è da tenere in considerazione il fatto che si tratta soltanto di idee davvero minime (facciamo tornare questo nemico o questo amico, riportiamo Zagor in un luogo o facciamolo viaggiare verso un altro, trattiamo un certo argomento), quindi servirebbe comunque che uno sceneggiatore (io o un altro) ci lavorasse su. Bisognerà anche che si creino gli spazi e le occasioni, che gli autori siano ispirati e convinti. Di sicuro non tutti gli spunti potranno essere presi in considerazione, ma meglio averne tanti da cui attingere che averne pochi o nessuno.

2 – Caro Moreno, sono sempre stato intenzionato a scriverti una cosa, ma per un motivo o per un altro, l’occasione mi è mancata. Poi leggo questo blog, e mille e mille domande ti vengono poste, alle quali tu rispondi in maniera schietta, anche a quelle più ardite. Ebbene, mi sono finalmente deciso a chiederti del perché uno sceneggiatore del calibro di Ottavio De Angelis, che ha firmato una delle avventure che ricordo con più piacere, “L’avamposto dei trappers” (sia per la bellezza dei disegni, sia per la storia in sé, sia perché l’ho letta in un periodo molto bello della mia vita), non sia poi più tornato a scriverne altre. Non vorrei che non si fosse più proposto al curatore dell’epoca, oppure che la direzione di Zagor non sia più stata interessata a lui. Ad ogni buon conto, come riuscì a sceneggiare lui, quelle due parti di storia mi ritornano sempre in mente ed amerei poterlo rivedere in azione a Darkwood. A meno che non ci siano stati dei cataclismi che non possano più farlo tornare indietro a lavorare per lo Spirito con la Scure [mancanza di dimestichezza col personaggio (non a parer mio), litigi vari…] vorresti riaverlo nel tuo staff, anche se non in maniera continuativa (anche se io spero di sì), nel prossimo futuro?

Non ho mai ricevuto nessuna proposta, che io ricordi, da Ottavio De Angelis. Rammento invece che ero affascinato dalla sua serie “Iberland”, disegnata da Franco Saudelli, che lessi negli albi di Orient Express (anche Franco, di recente, come Ottavio in passato, ha realizzato una storia di Zagor). Ho avuto a che fare con De Angelis solo perché ho curato redazionalmente la pubblicazione de “L’avamposto dei trappers”, scritta da lui e illustrata da Raffaele Della Monica. Ricordo che trovai questa storia giacente da alcuni anni in archivio, durante il mio apprendistato come curatore alla scuola di Mauro Boselli, e di essermi chiesto perché non fosse ancora stata mandata in edicola, visti peraltro i nomi di peso degli autori. Credo che fosse solo un problema di programmazione ingolfata. La sistemai con il solito lavoro redazionale e la feci pubblicare. Credo che De Angelis abbia scritto anche altro, per la Bonelli (ricordo Nick Raider), ma non ho idea del perché di lui si siano perse le tracce, qui in Casa editrice (se ci siano stati i cataclismi a cui alludi). Oggi i tempi non sono dei più felici per trovare posto nello staff a chiunque, ma se Ottavio si farà vivo volentieri esaminerò la sua proposta.

3 – Ciao Moreno, ho letto la domanda riguardante gli Uomini Puma e la loro fuga al termine della storia che ha visto protagonista Wahoomi. Proprio quest’ultimo diviene oggetto di questa domanda. Poco prima della sua morte, assicura a Zagor che altri prenderanno il suo posto. Ciò che ti chiedo è se, non essendo stata narrata questa cosa, probabilmente ancora nessuno ha preso la sua maschera oppure chi lo ha fatto ha voluto mantenersi nell’ombra. Ti piacerebbe farlo tornare? E poi, ciò che dice alla fine, appunto, mi ha messo una pulce nell’orecchio che negli anni si è ingrossata così tanto da voler approfittare di questo spazio per sapere se la sua figura sia in qualche modo legata alla Congrega dei Senza Volto. Infatti, anche loro, se non mi confondo, hanno chi li sostituisce dietro la maschera una volta deceduti. Il fatto che tre volte su quattro, poi, siano apparsi in numeri speciali, anche attraverso Devil Mask (Zagor 500, il numero del cinquantennale e Zenith 666), può porre le basi ad una sorta di alleanza, o di congiunzione, fra le due parti della storia, mettendo quindi in atto un unico piano di riscatto e di rivincita, verso Darkwood ed il malcapitato Zagor. Inoltre, scusa se la cosa si sta dilungando più del dovuto, ma a proposito dell’avventura con Wahoomi, potrebbe essere ripresa la Grotta del Vento e ciò che la rende così magica per poterci creare una nuova avventura, anche slegata dall’originale, con le basi per poter capire come sia nata e se il misticismo che ne deriva sia reale oppure soltanto “fuffa”, in riferimento alle polveri che ci sono all’interno. In più, aggiungo che le circostanze che lo hanno portato ad indossare la maschera sono simili a quelle che hanno portato Zagor a diventare il Giustiziere di Darkwood, quindi per me, o lui o chi per lui, meriterebbe una seconda occasione di brillare in una storia.

Finché Ade Capone è stato fra noi, cioè fino al 2015, ho sempre pensato che dovesse essere lui a riprendere in mano le fila degli Uomini Puma, rivelando (a me e ai lettori) il sequel de “La grotta del vento”. Confesso di non aver ancora elaborato il lutto della sua scomparsa, però forse è il momento che certe sue storie abbiano un seguito. Chi dovesse cimentarsi nell’impresa, valuterà se la Congrega dei Senza Volto possa essere chiamata in causa. Così su due piedi preferirei tenere lontani i due filoni narrativi, per non imbrogliare troppo la matassa. Però, chissà.

4Caro Moreno, in ricordo di un nemico che ha abbracciato la mia infanzia/adolescenza, ti chiedo se tu abbia mai preso in considerazione di toccare con mano, e quindi di creare, una trilogia con un villain sicuramente minore dell’intera saga di Zagor. Dei nemici storici ci sono stati più ritorni, mentre sicuramente quello che ti sto proponendo farebbe presupporre il “ripescaggio” di una persona che è diventata praticamente cenere. Non sto certo parlando di Rakosi, che già riuscì a tornare pur essendo arso vivo al sole, oppure degli indiani della Sorgente Misteriosa che finirono nella stessa maniera. Mi sto riferendo al mitico, a parer mio, Hegel Von Axel che non poté fare a meno di allontanarsi dal proprio antro per non finire vittima della radiazioni che già lo avevano in gran parte deformato. Mi sembra assolutamente chiaro che riprendere il modus operandi della seconda apparizione di Rakosi non sia fattibile in quanto ci devono essere idee nuove. Ma ti chiedo un parere sul personaggio in sé, e se, con l’idea buona che serve sempre, ma che deve essere anche originale, possa infine risorgere dalle ceneri per combattere un’ultima battaglia con lo Spirito con la Scure?

Mi fa piacere che qualcuno si ricordi con affetto di Hegel Von Axel, personaggio a cui sono sempre stato particolarmente affezionato, al punto da averlo recuperato proprio all’inizio della mia carriera. E mi fa piacere vedere che, tutto sommato, quel mio recupero sia piaciuto, nonostante l’inesperienza che avevo. Il personaggio in sé, che io ereditai da Giorgio Pezzin (uno sceneggiatore davanti al quale mi levo tanto di cappello), era pittoresco e “fumettoso”, certo più ingenuo dei cattivi che vengono creati per il pubblico sgamato e smaliziato di adesso, ma appunto per questo divertente. Anche se un nemico sembra ridotto in cenere o polverizzato alla fine di una avventura, non mancheranno mai i pretesti a uno sceneggiatore degno di questo nome per riportarlo in vita.

5 – Caro Signor Burattini, mi reputo innanzitutto un “semplice” fan di Zagor. Semplice fra virgolette, perché in anni di storie belle e magnifiche ce ne sono state altre che sono risultate, a parer mio, filler od impubblicabili. Faccio una richiesta riguardante il poter vedere disegnato nelle storie di Zagor Enzo Petito, alias Vincenzo Squatriti, apparso nell’ultimo film della Trilogia del Dollaro nei panni di un negoziante di armi. Sapendo che non è Tex, ma che risulta essere un crocevia di vari generi, e sperando di poter vedere pubblicata questa domanda, chiedo l’avverarsi di questo mio desiderio, in quanto risulta evidente l’espressività del personaggio in questione. Grazie di tutto.

Riguardo alle storie “filler o impubblicabili” vale il concetto più volte espresso: Zagor è un eroe seriale, che ha una storia lunga sessanta anni. Ciò vuol dire che per 720 mesi è andato in edicola, a volte anche con più uscite al mese, ininterrottamente, producendo una quantità enorme di storie (per far fronte alle richieste dei lettori, com’è ovvio, perché se queste storie non fossero state assorbite dal mercato non sarebbero state realizzate). Dico sempre che siamo un aereo che fa rifornimento in volo, senza mai atterrare. Nel novero di una così grande quantità, per forza di cose ci saranno avventure riuscite e avventure meno riuscite (fermo restando che tutti gli autori hanno lavorato credendo di fare del proprio meglio). Il lettore che apprezza il personaggio sa (o dovrebbe ragionevolmente sapere) che, di fronte a una storia che non gli piace, basterà aspettare la successiva che magari gli piace di più. Ma, cosa che bisognerebbe sempre tener presente, nessun giudizio è unanime: le storie che lei giudica negativamente possono piacere a qualcun altro, il quale mostrerà invece il pollice verso contro quelle che altri trovano belle. Circa Enzo Petito, condivido il giudizio sull’espressività dell’attore. Qualche volta suggerisco ai disegnatori le facce di certi caratteristi cinematografici come modello per i personaggi su cui lavoriamo. Squatriti potrebbe essere uno dei prossimi.

6 – Gentile Moreno, intanto ne approfitto per ringraziarti per le magnifiche ore passate in compagnia delle avventure di Zagor. Ho letto di recente che la trasferta europea sarà più breve. Le altre tappe, che mi sono sembrate molto interessanti, le vedremo in futuro? Grazie ancora per la disponibilità.

Il motivo per cui la trasferta sarà più breve di quanto avrei voluto consiste nel fatto che, discutendone in Casa editrice, abbiamo tutti concordato sul fatto che sono finiti i tempi in cui si poteva esser certi della fedeltà del pubblico anche di fronte a trasferte fuori da Darkwood che duravano anni. Oggi, meglio attenersi al rassicurante scenario di casa, quello che tutti i lettori amano e che meglio identificano il  personaggio. Quindi, viva la tradizione. Se faremo dei viaggi, e li faremo, d’ora in poi saranno brevi. Riguardo le “untold adventures” in Europa, ho fatto in modo (vedrai come) di gettare degli agganci in modo tale che sarà sempre possibile, con una miniserie piuttosto che con un Maxi, farle narrare a posteriori.

7 – Caro Moreno, Le scrivo a proposito di un’incongruenza (voluta) da parte di Lord Wilcox e Cico nella storia di tre albi della serie mensile che si è conclusa nel mese di febbraio 2021. Capisco la sospensione dell’incredulità, ma citare apposta il telefono, non ancora inventato in quell’epoca, sarebbe forse andato bene in un extra e non in una gag cichiana fine a sé stessa. Cosa ne pensa?

Ci ho pensato anch’io, poi la battuta mi è sembrata divertente (come tante altre inventate da quel gagman di talento che è Tito Faraci) e l’ho lasciata. Il ragionamento che ho fatto (non pretendo che sia giusto) è questo: Lord Wilcox non mostra un telefono, non descrive un telefono, non dice cos’è un telefono, né ne ipotizza la fabbricazione. Si limita a dire un nome, un suono, che Cico non decifra e non capisce. Flatus vocis. Peraltro la parola “telefono” deriva dal greco antico (tele- e –fono, suono da lontano) dunque nell’Ottocento, in cui si diceva tranquillamente “teleforo” o “teleferica” (due termini sinonimici già in uso, derivasti da tele- e da –foro, trasporto lontano), un tipo bizzarro poteva anche inventare, per calco, una parola simile, anche senza senso.

8 – Caro Moreno, nonostante sia apparso sempre e solo sulla serie regolare, mi piacerebbe vedere Andrew Cain in una storia extra rispetto al mensile. Che ne pensi?

Andrew Cain tornerà in una storia della serie mensile.

9 – Caro Moreno, ho letto la storia pubblicata tra novembre 2020 e gennaio 2021 tutta d’un fiato, riguardante la trilogia di Tito Faraci sulla serie regolare. In essa ha fatto capolino Lester Draver, un uomo che fa il bello ed il cattivo tempo in città, pur riuscendo a mantenere una parvenza di bontà nei confronti dei cittadini onesti. La sua caratterizzazione mi ha ricordato quella di Cletus Severance, altro cattivo della solita pasta apparso ne “Il Grande Torneo”. Sono personaggi orribilmente perfidi, ma soprattutto li reputo creati con lo stampino. Rappresentano il male da sconfiggere, ma non si differenziano gli uni dagli altri. Però, nel buono ho trovato diversa la sequenza finale con lo stesso Draver condannato, quando di solito non viene fatta vedere tale tipo di scena. 20 anni di carcere non sono affatto pochi, ma siamo certi che non riesca ad evadere prima, magari ottenendo in dote complici più affidabili di quelli avuti in questa storia?

Lester Draver e Cletus Severance sono due stereotipi, quelli del mammasantissima o del padre-padrone di una cittadina, visti in tanti film e fumetti western. Quando si ricorre a “tipi universali”, le somiglianze sono inevitabili. Se si usano le convenzioni di un genere, è giocoforza ricorrere a figure ricorrenti. Anzi, gli amanti di quel genere pretendono che gli stereotipi ci siano, o quantomeno ci si aspetta di trovarli. Circa la condanna a venti anni, ovviamente bisognerebbe aver assistito al processo per capire cosa abbia spinto il giudice a stabilire quella pena. Certamente un boss del  calibro di Draver può corrompere i secondini di qualunque carcere.

10 – Caro Moreno, avendo ultimamente avuto il tempo di rileggere storie come “Il ritorno di Digging Bill” e “L’ombra del faraone”, ho ritrovato in loro l’ispirazione per appassionarmi all’antico Egitto, una materia di studio veramente importante. La cura avuta nel descrivere le loro costruzioni, soprattutto nell’avventura più recente del duo, mi ha fatto immaginare di trovarmi di fronte a trabocchetti insormontabili che celavano tesori prestigiosi, nonché qualche demone pronto ad uscire fuori all’improvviso per tenere saldi al proprio fianco tutti i beni preziosi possibili ricavati dal defunto Krebs, visto che di viaggiare nel regno del Faraone Bianco non se ne parla più. Sfortunatamente viene fatta vedere la mano morta del cattivo Rick Pounder, e quindi non posso certo negare l’evidenza chiedendoti un suo eventuale ritorno. Mi verrebbe, anzi, da chiederti di poter scavare nel passato del professor Oldbones, magari cercando di capire se il semplice studio o un evento traumatico lo abbia saputo portare sulla via egiziana. Ma, facendo riferimento anche all’avventura dello Specchio Nero, immagino che sia lui che Alistair Elkan si conoscano, essendo entrambi appassionati della stessa cultura. Mi viene quindi di chiederti e, se non ci hai pensato, di proporti un’avventura dove entrambi possano collaborare insieme, visto che di Elkan sappiamo poco mentre Oldbones non è che sia un personaggio proprio ricorrente rispetto ad altri. Pensi che questo interno team-up possa vedere la luce nel prossimo futuro, dalle tue mani?

Una storia come quella che proponi di sicuro mi piacerebbe sia scriverla che leggerla, a dispetto di chi certe cose non le apprezza (c’è una schiera di lettori che non amano il fantastico e le contaminazioni fra i generi). Un bell’incontro, anche retrospettivo, tra Oldbones ed Elkan… in effetti ci sarebbe da farci un ragionamento sopra.

11 – Carissimo Moreno, mi scuso in anticipo per il disturbo ma una questione mi preme così tanto da volerti chiedere se, dopo Anna Lazzarini, Lola Airaghi e Val Romeo (potrei dimenticarmene qualcuna) anche Laura Zuccheri, reduce da Tex, possa rappresentare la sua arte anche fra le pagine di Zagor.

Se Laura Zuccheri esprimesse il desiderio di cimentarsi con Zagor, non potrei che esserne felice. Credo però che sia molto occupata con Tex. Fra le disegnatrici che non citi, che vedremo pubblicate prima o poi, ci sono Antonella Vicari, Elisabetta Barletta e Melissa Zanella.

12 – Caro Moreno, potrebbe dedicare uno dei suoi “Versacci” a questo blog ed ai fans che le hanno posto le domande?

“Zagor e altro” in verità

d’altro non parla, e sono qua

sempre pronto a dare risposte

alle domande che vengon poste:

meno male che al Burattini

nessun per ora chiede quattrini.

13 – Buongiorno. Innanzitutto grazie a Baltorr per le precise e dettagliate informazioni che da vero professionista e appassionato ci regala e un enorme grazie a Moreno perché mi fa sognare con Zagor! Avrei una domanda da porre: ho riletto da poco l’avventura di Zagor e Gutrhum a Nuova Vita. Avendo letto che anche i luoghi sono protagonisti, mi piacerebbe rivedere il nostro eroe tornare magari per fermare Kruger e Mayer dal cacciarsi nei guai avendo saputo l’esistenza del luogo. Sarebbe fattibile? Grazie ancora per tutto!

Aggiungo alla lista di cui alla risposa numero 1.

14 – Buongiorno, vorrei fare una domanda al curatore di Zagor riguardante il suo miglior personaggio: Mortimer. Sapendo di avere preso spunto da Moriarty, per l’avventura “Il Diabolico Mortimer” i personaggi del mendicante gobbo e di Rabbit dal labbro leporino sono stati ripresi da “L’uomo dal labbro storto” delle Avventure di Sherlock Holmes dove in realtà vennero interpretati dalla stessa persona?

A dire il vero non ci avevo pensato (ho solo pensato a come caratterizzare due personaggi pittoreschi, che si riconoscessero fra gli altri, e ho attinto al calderone dei “tipi” da bassifondi cittadini ottocenteschi, dickensiani). Però, potrei far finta di aver fatto una dotta citazione.

15 – Caro Moreno, essendo un amante di film come “The Thing”, “Il Signore del Male” e “L’Esorcista”, ti chiedo se intendi, se ti piace o se ti è mai venuta l’idea di possessioni demoniache (all’inizio della trasferta sudamericana a parte) di lunga durata o di mostri che prendono possesso delle persone, imitandole fino a mostrare la propria vera natura soltanto nel momento dell’attacco agli esseri umani (Change a parte, anche se risulta buono)?

Credo che qualcosa del genere si sia visto in “Tentacoli”, storia mia e di Marco Verni. Ne ho parlato qui (riferimenti cinematografici d’epoca compresi): 

http://morenoburattini.blogspot.com/2017/10/saddle-town.html

16 – Ciao Moreno, grazie a questo blog posso scriverti per chiederti finalmente una mia curiosità. Non so se sei amante dei quiz show, ma se tu lo fossi, qualche domanda apparsa in essi (L’eredità, Passaparola, Reazione a Catena, per esempio) ti ha mai dato lo spunto per un soggetto di una storia di Zagor?

Direi che Nolitta lo abbia fatto con “Indovinala grillo”, in “La taverna del gufo”. Circa la mia passione per i quiz, guarda che cosa dico di “Chi vuol essere milionario” in questo mio articolo:

http://morenoburattini.blogspot.com/2021/03/il-babbo-con-la-scure.html

17 – Caro Moreno, in ben due avventure (“Viaggio nella paura” ed “Agenti segreti”) sono comparsi i Mounds. Questi tumuli funerari indiani hanno sempre rappresentato per me lettore un esempio unico di curiosità. Nella prima avventura sono state viste apparizioni spettrali, forse allucinazioni, nella seconda sono stati più terra-terra. Ciò che ti chiedo, vista l’inevitabile quantità degli stessi, è se tu voglia approfondirne i segreti più reconditi dopo esserci già riuscito col sesto Maxi, e puntando sul fatto di poterne parlare più ampliamente in futuro con un’avventura incentrata su luoghi del genere? Grazie per la disponibilità.

Prima della tua domanda credevo che l’argomento dei “mounds” potesse considerarsi archiviato dato che, appunto, se ne erano parlato in due storie (quelle che citi). Però, adesso che mi ci fai pensare, questi monumenti sono così interessante che si potrebbe approfondire.

18 – Caro Moreno, ti scrivo chiedendoti se, nell’immensa epopea zagoriana, e tenendo conto della tua illustre conoscenza del personaggio molto più approfondita rispetto alla mia, uno zingaro di Spagna, ovvero un gitano, sia mai ufficialmente apparso nella saga e, se non lo fosse stato, se ti tenterebbe il suo utilizzo futuro al suo interno?

Ricordo Paul Sarosi, zingaro domatore di orsi in una delle prime avventure di Zagor (“I due sosia”): però di lui si diceva che era ungherese. Zingari sembrano anche gli aiutanti del barone Rakosi, il vampiro, ma anch’essi non gitani. Se giungeranno delle valide proposte con un buon personaggio gitano, si potrebbe colmare la lacuna.

19 – Domanda secca: quando rivedremo Roger Hodgson per farlo andare alla ricerca di Cico, cosa intuibile dal finale delle Zagor Darkwood Novels?

Roger Hodgson fa riferimento alla realtà di venti anni dopo l’epoca zagoriana. Quindi non lo rivedremo nella serie regolare. Se verrà approvata una nuova miniserie, chissà. Nel finale di Zagor Darkwood Novels non si dovrebbe intuire nessuna ricerca di Cico, ma il collegamento con un team up già annunciato.

20 – Caro Moreno, noto che, pur essendo un luogo di fantasia, Darkwood, nelle storie di Zagor, viene poco o mai rappresentata dalle cartine geografiche. Voglio chiederti se hai in programma, o anche solo il pensiero, di immettercele anche quando lo Spirito con la Scure farà qualche trasferta?

Le cartine geografiche di un luogo di fantasia sono “pericolose” perché poi obbligano gli autori a rispettarle. Una di Darkwood dopo sessanta anni di avventure è praticamente impossibile da realizzare perché dovrebbe tener conto di tutti gli elementi visti nel corso della saga.