Cari amici zagoriani, ecco a voi
ad una sola settimana di distanza
la ventiseiesima puntata della rubrica
“A domanda… Moreno risponde”!
Nel ringraziare come sempre
Moreno Burattini
per la sua grandissima disponibilità,
vi informo che la 27esima serie è già completa
ma che sin da ora potete cominciare ad
inviare nuove domande!!!
Vedete di non esagerare però,
altrimenti sarò costretto a sospendere
nuovamente il tutto…. ;-)
1 – Caro Moreno, quali sono i motivi che ti portano a pensare di aver utilizzato male un personaggio come il Tessitore?
Le critiche di alcuni lettori.
2 – Ciao Moreno. La seguente richiesta, lo ammetto, è particolare. Ho sempre ammirato Terence Hill e mi piacerebbe vederlo, come già è stato fatto con Bud Spencer all’interno delle storie di Zagor. Ora, creare due fratelli, uno pistolero ed uno prete, potrebbe anche sembrare esagerato, pur non essendo per forza su due sponde opposte della Legge. Però, da semplice lettore, mi piacerebbe vederlo apparire anche solo in un cameo, visto che probabilmente farlo prete significherebbe andare contro la Rai mentre come pistolero si andrebbe contro, probabilmente, ai puristi di Trinità. Non sono nessuno per far sì che questo possa accadere, ma spero di averti stuzzicato quel tanto che basta per poterci pensare su. Ho fatto bene?
Cito Terence Hill ogni volta che posso (c’è una situazione presa da Trinità anche nel Color con Drunky Duck). Va detto che io spero sempre che nell’ultima puntata di don Matteo, il parroco in bicicletta mangi una padellata di fagioli, faccia un rutto e picchi Frassica e tutti i carabinieri.
3 – Puntando sul fatto che alcuni momenti di Zagor in gioventù non siano noti ai più, Sam Dougal lo conobbe quando viaggiava insieme a Wandering Fitzy. Sarebbe proponibile rimembrare qualche fatto che vide i tre partecipare insieme ad un’avventura del passato?
Sarebbe proponibile a tal punto che lo propongo a Jacopo Rauch, che di Sam Dougal ha la paternità.
4 – Caro Moreno, quanto e come è cambiato il mondo del fumetto da quando hai iniziato la tua attività ad oggi? L’avvento di internet ha portato aspetti più negativi o più positivi allo stesso?
Ho scritto un libro, sull’argomento: “Io e Zagor” (Cut Up). Il cambiamento è radicale. Una volta il fumetto era sogno e magia, divertimento ed emozioni. Oggi è una gimkana fra le trappole del politicamente corretto, la chiusura delle edicole, il fallimento degli editori, la diaspora dei lettori, gli attacchi degli haters. L’avvento di Internet, a dispetto del fatto che stiamo discutendo proprio dalle colonne di un blog, quindi in Rete, mi pare sia stato deleterio (e non solo riguardo ai fumetti). Forse, a dire il vero, più che di Internet, l’avvento dei social. Ho dedicato all’argomento uno dei miei epigrammi, quelli della serie di “Versacci” che pubblico su Twitter e Facebook. E’ il n° 191, eccolo:
Era meglio se ero nato
dieci anni prima almeno
mi sarei già pensionato
ed essendo pur Moreno
sempre io sceneggiatore
avrei fatto il mio lavoro
nel periodo migliore
dei fumetti quello d’oro
tante edicole editori
e milioni di lettori
senza social criticoni
a spaccar sempre i maroni.
5 – Caro Moreno, siccome la storia dell’ennesimo ritorno di Kandrax non è stata, a parer mio, ben riuscita, sono propenso a voler dare sempre nuove chances anche a chi possa aver fallito non essendo riuscito a rendere buona la prima. Claudio Chiaverotti è un veterano della Casa Editrice e la sua passione per Zagor non si discute, quindi ti chiedo se gli verrà data una nuova possibilità di mettersi in mostra nella serie oppure se lui si è già proposto per una nuova storia?
Sul fatto che si sia trattato di un “ennesimo” ritorno, avrei qualcosa da obiettare, dato che, se non mi sfugge qualcosa, le apparizioni sono stati in tutto solo quattro in quarantacinque anni (e i ritorni tre). Direi quindi che, per essere un nemico di cui tutti (o quasi) hanno invocato a gran voce il ritorno, questi ritorni sono stati proprio pochi (quelli scritti da Nicolai, Boselli e Chiaverotti). In particolare, fra la penultima apparizione (2001) e questa (2019) sono trascorsi diciotto anni. Fra la penultima e la terzultima (1986), quindici. Mi pare che più di “ennesime” apparizioni, si debba parlare di “sporadiche”. Giusto per puntualizzare. Nicolai ha immaginato una cosa, Boselli un’altra, Chiaverotti un’altra ancora. C’è chi ha apprezzato tutte e tre queste storie (dando per scontato l’apprezzamento per Nolitta), chi solo due, chi solo una, chi nessuna. Come capita regolarmente per tutto. Capisco che per certi lettori Kandrax dovrebbe sempre tornare come mummia rediviva a Stone Hill e ripetere le stesse cose che faceva nella prima avventura, ma gli sceneggiatori hanno l’obbligo di cercare di ripetersi il meno possibile, di battere strade nuove. Su chi debba stabilire se Chiaverotti abbia “fallito”, oppure no, sono aperte le discussioni. Forse certi maître à penser su un forum? Trovo anche certa dissonanza fra l’accettabile affermazione “non è stata, a parer mio, una storia ben riuscita” e l’etichetta di “fallita”. Ci sono tante sfumature e vie di mezzo. Cerchiamo di non essere drastici, per quanto si tratti di un esercizio sempre più difficile. Tuttavia, capisco la legittima domanda, ho divagato per chiarire meglio il contesto. Claudio Chiaverotti, i cui meriti non devo certo difendere, ha solo proposto una sua versione del druido. Se qualcuno l’ha apprezzata, bene; se qualcuno non l’ha apprezzata, speriamo abbia apprezzato qualcos’altro. Non sono previste, per il momento, altre storie di Claudio. Eravamo d’accordo nel ritagliargli il ruolo di “guest star” dato il suo antico amore verso lo Spirito con la Scure. Se però Chiaverotti mi porterà una buona idea, ne discuteremo come capita con gli altri colleghi che fanno lo stesso.
6 – A partire dal 2021, con la sorpresa riservata ai Maxi Zagor, in quella collana assisteremo ad un reboot della serie?
No.
7 – Caro Moreno, cosa ne diresti di far tornare in scena la Casa del Terrore? Intendo il lugubre edificio, ovviamente.
Sarà l’oggetto dello Speciale Zagor del prossimo marzo.
8 – Caro Moreno, premetto che non ho alcuna difficoltà ad accettare il sesso visto su carta come accaduto in tempi recenti con Zagor. La mia perplessità è che, pur non essendo apparsa sulla regolare, alcune scene potrebbero non solo portare al lamento dei lettori ma anche a far sì che possano venire richieste sempre di più da alcuni più moderni aficionados. Quindi la mia domanda verte sul come e quanto si intenda proseguire in questa direzione e se intendi aumentare il dosaggio di tali momenti oppure diminuirli, nello stile classico?
Esiste una aurea via di mezzo in tutte le cose. Si chiama buon senso. Mi pare che si sia gridato allo scandalo sul niente (molto rumore per nulla) per qualche bacio in più nella miniserie “Zagor Darkwood Novels”. Sul versante opposto mi basterebbe che i nuovi lettori non considerino il nostro eroe poco interessante perché privo di pulsioni.
9 – Vorrei chiedere che a Zagor possa venire affiancata, di tanto in tanto, una donna non molto attraente ma che possa essere abbastanza interessante per lui non tanto per l’aspetto fisico, bensì per quello spirituale e filosofico. Cosa ne pensi?
Tutto va fatto tenendo in considerazione che stiamo parlando di un fumetto d’avventura. Personaggi femminili interessanti anche dal punto di vista “spirituale e filosofico” ne abbiamo avuti. Oserei dire che Marie Laveau è attraente non solo fisicamente ma anche per ciò che rappresenta (il mondo delle mambo, il legame con lo sciamanesimo femminile, con il culto della Madre Terra, con la sorellanza atlantidea, con le Amazzoni). E non sono sciacquette neppure Gambit e Blondie. Tra le tre ragazze di Pleasant Point, sembra sul punto di nascere una liason proprio con la meno maliarda, la lentigginosa Jenny (vedremo gli sviluppi). C’è poi un personaggio da poco entrato sulla scena, Chloe, l’agente di Altrove, da cui possiamo aspettarci delle sorprese.
10 – Vorrei chiedere a Moreno se si può realizzare una storia che si svolga completamente all’interno del rifugio dalla palude. Non una storia ricca di azione ma magari più introspettiva dove si da più importanza ai dialoghi ed ai profili umani dei protagonisti. Grazie.
Le storie di Zagor devono essere d’azione. Dei dialoghi possono essere interessanti quanto si vuole, ma certo non possono sostenere il peso di una intera storia. A meno che non si tratti di una “cornice” per i “Racconti di Darkwood”. Il che potrebbe essere un buono spunto.
11 – Caro Moreno, partendo dal presupposto che i disegnatori, di solito, vengono messi a lavoro su storie nelle loro corde, ho notato che Marcello Mangiantini di storie horror, su Zagor, ne ha disegnate veramente poche, lasciando spazio ad avventure più credibili. Ti vorrei chiedere se intenderai farlo in futuro variare, con risultati che potrebbero addirittura risultare positivissimi?
La prima storia che io e Marcello Mangiantini abbiamo realizzato insieme è stata “Il maleficio di Anulka”, ed era horror. Attualmente ne stiamo facendo un’altra, che è di fantascienza. Vero è che Marcello si è sempre dimostrato a suo agio con il western e le storie in costume (la mia preferita disegnata da lui è “Le strade di New York” – guarda caso, sempre mia) per cui viene spontaneo proporgliene di quel tipo. Non c’è, però, un veto al fatto che Mangiantini possa illustrare storie orrorifiche. Talvolta gli viene persino chiesto di scegliere.
12 – Gentile Moreno, vorrei parlarti di un fatto che per Zagor vale da tanto tempo. È stato ricordato come Hellingen dovesse essere morto dopo essere stato arpionato in pieno petto da Fishleg. Potrei ricordare il Pequot che, per come era finito, avrebbe dovuto avere come minimo la faccia devastata. Oppure potrei citare Mr. Steel che sembrava essere morto. Per non parlare di chi era addirittura morto e sepolto per poi riuscire non si sa come a farlo rivivere. Pongo l’attenzione sul fatto che forse si tenda a riesumare avversari improponibili (e non dico scarsi) a discapito di chi è invece vivo e vegeto e pronto ad un ritorno. È stato accennato anche a Mortimer e Molok, ma vorrei tanto capire perché non intendiate far riesumare chi potrebbe tranquillamente vendicarsi essendo rimasto in vita piuttosto che andare a ricercare chi aveva lasciato un cattivo o bel ricordo nella storia o nelle storie al termine delle quali è stato sconfitto e tolto di mezzo.
Ribadisco concetti già espressi, mi dispiace se a qualcuno sembrerà che mi stia ripetendo. Comincio con il dire che i ritorni dei grandi nemici sono richiesti a gran voce dai lettori, e questo non vale solo per Zagor ma per tutti gli eroi seriali. Se un grande nemico è morto in modo epocale, come sembrava esserlo Hellingen colpito dalla fiocina di Fishleg, Nolitta si è sentito in dovere di resuscitarlo per far contento il suo pubblico (del resto l’aveva già resuscitato dopo l’esplosione del suo laboratorio avvenuta al termine della prima storia). Spero che almeno delle resurrezioni nolittiane (potrei citare anche quella del Re delle Aquile) non venga data la colpa a me. Fatto sta che, per accontentare i lettori, l’esempio dei maestri ci dice che certi personaggi si possono resuscitare. Del resto fece così anche Arthur Conan Doyle con Sherlock Holmes, dato per morto con Moriarty in fondo a una cascata, e poi bellamente riportato in vita con un escamotage. Questo è un punto basilare della letteratura di genere, del feuilleton. Le storie fantastiche sono piene di eroi o di villain che, dati per spacciati, fanno la loro ricomparsa. Non so, vogliamo parlare del Conte di Montecristo? Se qualcuno vuol mettere in discussione questo caposaldo della fiction, farebbe meglio a leggere romanzi realistici e fumetti storici, vedere solo documentari. Il punto dirimente della questione è appunto l’escamotage con cui gli autori riportano in vita personaggi non morti, ma creduti morti. Non so come Hellingen sia sopravvissuto all’arpione di Fishleg (non mi pare che Nolitta lo abbia spiegato), però posso facilmente immaginare che, essendo lo scienziato abituato a lavorare con macchinari atlantidei (come io stesso ho mostrato, per dare maggiore credibilità agli assunti nolittiani), fra queste macchine ce ne sarà stata una in grado di guarire ferite anche molto gravi (Zagor stesso, nell’avventura con le Amazzoni, viene sottoposto a una macchina del genere e sopravvive a due colpi di pistola, tornando come nuovo). E qui siano in un contesto fantascientifico (Hellingen, del resto, prevede storie di fantascienza). In altri casi, le resurrezioni si possono spiegare in altre maniere. Una volta ho spiegato come Mortimer è scampato all’impiccagione, non so se sono stato convincente ma una spiegazione l’ho data (faccio notare che, per fare un solo esempio, anche Kriminal viene impiccato e creduto morto, ma si salva grazie a un trucco – diverso dal mio). Un’altra volta ho giustificato la sopravvivenza di Robert Gray, piuttosto che di Thunderman e di altri ancora. Il problema non è la sopravvivenza, ma come la si spiega. Se l’escamotage è convincente, è permesso tutto. Anzi, il lettore dovrebbe essere contento nello scoprire i trucchi dello sceneggiatore. Il bello di ogni storia è, o dovrebbe essere, la sorpresa che l’affabulatore riesce a suscitare, i suoi giochi di prestigio. Nessuno vorrebbe, io credo, contestare un numero di magia sostenendo che siccome i conigli non possono uscire da un cilindro, il mago di turno non dovrebbe esibirsi. Se il mago è in gamba, noi siamo ben lieti di restare a bocca aperta. Chi poi è insensibile a questi numeri, mi dispiace per lui.
13 – Egregio Moreno, voglio fare un’osservazione al riguardo delle tante, forse troppe storie che durante l’anno, e questo vale anche per le altre testate, escono in edicola. I prezzi sono alti ed è giusto che il lavoro vada premiato e pagato nella giusta misura. Il punto è che con più storie in lavorazione si rischia di perdere la trebisonda e di far sì di vedere entrare nelle nostre case avventure non all’altezza della Storia dello Spirito con la Scure. In poche parole, chiedo al curatore della serie se la quantità non superi la qualità delle stesse.
Mi rifiuto di credere che 3.90 euro per una pubblicazione di 100 pagine siano un prezzo “alto”. Un gelato costa di più. Vogliamo parlare di un parcheggio? Di una ricarica di un telefonino? Di un gratta e vinci? Di questo problema ho scritto qui http://morenoburattini.blogspot.com/2014/05/lo-sproposito.html ma, soprattutto, qui: http://morenoburattini.blogspot.com/2018/10/il-senso-della-misura.html. Tuttavia, non voglio fare i conti in tasca a nessuno. Parliamo delle “tante, forse troppe storie”. Ovviamente, se vengono varate delle testate o pubblicati degli extra, è perché si ritiene che il pubblico apprezzi, a volte per andare incontro a delle precise richieste dei lettori stessi. Serve ricordare, forse, quanto a lungo e con quale insistenza sono stati richiesti gli Zagoroni. Se le collane durano nel tempo, significa che in effetti il pubblico le apprezza. Facciamo l’esempio dei Maxi: abbiamo da poco festeggiato il traguardo dei venti anni e dei quaranta numeri. Quaranta numeri, peraltro, di grande formato e di conseguenza messi in vendita a un prezzo più alto. Non so quanto durerà la serie, ma il risultato raggiunto è confortante. Proprio sui Maxi abbiamo pubblicato gli apprezzatissimi “Racconti di Darkwood”. Tutt’altro che una collana priva di idee o di scarsa qualità, a giudicare dal successo. Un lettore che giudichi quei volumi troppo numerosi, troppo cari o, come lei lascia intendere, brutti, ha tutto il diritto di fare le sue scelte, lasciando però agli altri il sacrosanto diritto di farne altre diverse e godersi i fumetti che credono. L’editore, visto il riscontro del pubblico (mi pare capiti anche con Tex) fa delle proposte, i lettori rispondono. Sono i lettori a stabilire se le proposte sono gradite. Nessun fumetto resta in edicola a dispetto dei lettori. I lettori che credono che ci restino per far dispetto proprio a loro, sono dei simpatici paranoici a cui, evidentemente, piace molto scherzare. Circa la qualità delle storie, noi che ci lavoriamo duramente facciamo sempre del nostro meglio. Per quanto mi riguarda, non vedo particolari cenni di cedimento nei Color piuttosto che nelle miniserie, dato che l’impegno profuso è lo stesso. Peraltro, più tavole inedite prodotte significa più autori al lavoro, dato che non è certo lo stesso staff a dover fatto tutto, e più autori al lavoro significa più freschezza di idee, nuove energie. Mi permetto di far notare come, nel 2019, abbiamo avuto sei numeri di una miniserie, “Le origini”, che secondo il suo ragionamento non avrebbe dovuto uscire per non inflazionare Zagor in edicola, e perché sarebbe stata di scarsa qualità. La miniserie è stata un successo di pubblico e di critica, e anche in libreria sta andando benissimo.
Non mi pare che nel Maxi “Il Forte abbandonato” ci fossero demoni e mostri. Neppure uno, guardi, mi sentirei di scommetterci. La ricordo come una storia realistica con protagonista un missionario gesuita e dove si mostravano, anzi, le conseguenze causate dalla follia di chi crede che esistano creature provenienti nell’altro mondo - che non esistono. Non so quale storia abbia letto lei, forse un ripasso non le farebbe male. “Il forte abbandonato” è la prima storia di Zagor in cui compaiono dei missionari, se si esclude la figura di Salomon Kinsky, il predicatore responsabile dell’uccisione dei genitori del nostri eroe. Non si tratta comunque di un racconto didascalico o a sfondo storico, dato che l’avventura western predomina e viene anche contaminata dal mistero. Non capisco però che c’entri Fort Stanton con Hellgate. Mah. Diciamo che non capisco i troll.
15 – Sergio Bonelli, quando diede l’opportunità di prendere in mano la serie a giovani sceneggiatori, disse che per Zagor ormai c’era poco da fare. La grande responsabilità, presa insieme a Mauro Boselli e chissà a quanti altri, di creare la Seconda Odissea zagoriana creò una forte tensione all’interno della redazione del tipo “o la va o la spacca” oppure eravate cauti e consapevoli che avrebbe potuto essere un fallimento e vi stavate rassegnando anche voi alla chiusura della serie? Oggi che è il Curatore principe, pensa che per Zagor possa esserci un roseo futuro oppure vede la situazione peggiore di come lo fu in quegli anni?
Quando arrivai a Zagor, Bonelli era scettico e pessimista circa il destino della testata. Del pessimismo di Bonelli raccolsi io stesso testimonianza quando realizzai, con lo staff della fanzine Collezionare, la lunga intervista poi apparsa sullo speciale dedicato a Zagor. “Il personaggio – disse Sergio – ha fatto il suo tempo. Più di così non può dare, è un eroe esaurito come tanti altri. Per cui anche come editore, se ho voglia di fare qualcosa, trovo un po’ avvilente accanirmi su cose vecchie e preferisco dedicarmi a progetti nuovi”. Credo che si attendesse non un tracollo, ma un lento, anche se onorevole declino per il suo eroe. Quando entrai nello staff, ero consapevole di tutto questo e la cosa mi spaventava. Soprattutto, mi terrorizzò una frase di Toninelli che mi colpi come una coltellata: lo incontrai poco dopo il suo abbandono e gli chiesi perché se ne fosse andato, e Marcello mi rispose (grossomodo) così: “Non volevo essere ricordato come quello che aveva fatto chiudere Zagor”. Mi vidi prospettato un destino di ignominia in cui lo Spirito con la Scure lo avrei fatto chiudere io. E come fan numero uno del personaggio, c’era di che starci male! Per fortuna, sono passati più di trenta anni e di chiusura ancora non si parla. Mauro Boselli, prima di me, prese in mano le redini della testata e poi, a capo di una squadra di gente motivata e appassionata, anche a me è riuscito almeno un po’ tener vivo l’interesse dei lettori. Altre testate hanno chiuso, noi no. Sembra che a qualcuno dispiaccia. Non dico che si dovrebbe renderne merito alla staff che combatte per il pugnale fra i denti, però almeno non venga disprezzato lo sforzo. Mi piacerebbe andare in pensione perché mi sento un po’ stanchino, ma mi si chiede di rimanere al mio posto. A ogni riunione in redazione mi presento dimissionario e chiedo se c’è qualcuno che vuol sostituirmi, e tutti sghignazzano. Qual è il futuro? Il futuro di Zagor è più roseo di quelli di tanti altri personaggi, per quel che si può vedere navigando a vista. Il problema non è lo Spirito con la Scure, che se la cava, è la situazione generale della carta stampata.
16 – Ho notato che sia più facile che dalla serie regolare alcuni protagonisti passino ai Maxi. Satko, il Principe Alexis, Mr. Steel, Eskimo, Kruger e Meyer e tanti altri. Di contro, pochi compiono il percorso inverso, perché probabilmente i Maxi sono seguiti meno della serie regolare e far apparire persone dalla regolare ai Maxi potrebbe aver reso più succoso quel momento. Ad ogni modo, se non per poche eccezioni (Elvin Fishbourne su tutte) molto raramente succede l’effetto contrario. Non vedremo mai Rakosi, Hellingen o Kandrax sui Maxi, ma non le pare che anche dai balenotteri possano uscire fuori storie che varrebbe la pena di vedere, a puntate, sulla serie maestra?
L’analisi è giusta. Diciamo che Rakosi, Hellingen e Kandrax si meritano l’Ammiraglia.
17 – Senza voler continuare a mancare di rispetto a nessuno, né a lei Curatore, né al curatore di questo Blog e neanche ai vari lettori che lo seguono, le porto una mia idea. Zagor per me è un personaggio dalle mille sfaccettature, pronto a combattere il male, che sia rappresentato da mostri veri e propri, sia che venga visto attraverso bei visi ma un cuore nero. E proprio persone che hanno dentro di sé tendenze al suicidio oppure che sono autolesioniste, essere aiutate dallo Spirito con la Scure potrebbe aiutare anche al di fuori del fumetto stesso, a chi lo legge, a capire quanto si possa far male a sé stessi ed a riuscire, con questo messaggio, a far comprendere ragione. Non dico che debba diventare una cosa fissa, ma Zagor rappresenta il Bene, l’inviato di Manito e non può che aiutare i più deboli a vedere una luce in fondo alla strada. Sono argomenti delicati, lo riconoscerà, ma non crede che possano infine creare positività?
Risponderò citando Adnan Mehmedovic, di Sarajevo, che ho conosciuto grazie a un incontro svoltosi di recente per via telematica in collegamento con la Bosnia Erzegovina (nei Balcani, lo Spirito con la Scure gode di una incredibile popolarità). Adnan ha raccontato, a me in privato e quindi in pubblico, un toccante aneddoto riguardo gli anni della guerra nella ex-Yugoslavia, quando lui era bambino: avendo pochi minuti per scegliere cosa portare via dalla casa che doveva abbandonare, prese con sé i fumetti di Zagor, che poi gli fecero grande compagnia nel tempo che trascorse da profugo. Adnan mi ha detto che gli albi dello Spirito con la Scure hanno aiutato tanti come lui a superare e sopportare quel periodo terribile. Quindi credo che un eroe come il Re di Darkwood possa fare del bene grazie ai messaggi che trasmette, anche se non è trasmettere un messaggio lo scopo di un racconto avventuroso, è divertire.
18 – Quando ho letto “Gli uccisori di indiani”, mi è parso di vedere sul finale un colpo sparato a Quebert girato di spalle. Il suo compare, Curry, viene colpito in testa, ma il suo capo no. Lo vediamo steso al suolo, inerme, ma non significa che sia morto. Che sia pronto a reclamare la sua vendetta dopo essere stato, questo sì, gravemente ferito?
Perché no?
19 – Per rispondere alla sua ipotesi di voler rivedere gli Agenti di Altrove, in particolar modo mi piacerebbe sì rivederli, niente in contrario, ma anche scoprire il passato di Mister Roberts o di Jesse, per non parlare dello stesso Poe del quale sappiamo già molto. Le piacerebbe, quindi, scavare nel remoto per capire come siano potuti entrare a far parte di Altrove, mantenendo lo stretto riserbo che questa organizzazione ha sempre avuto?
Senza dubbio. Ricostruire il passato dei personaggi è sempre stata una mia passione.
20 – Quale è l’argomento del quale si potrebbe e del quale le piacerebbe parlare su Zagor ma che, per un motivo o per un altro, non ha ancora avuto occasione di proporlo?
Dopo trent’anni, ho sfiorato tutti gli argomenti. Di recente, e mi è costato anche delle critiche, ho accennato (senza far vedere nulla, senza neppure che Zagor ne parli), i tema dell’omosessualità. Ho sentito contestare l’accenno da parte di chi sostiene che a inizio Ottocento era normale che un padre volesse “difendere” il figlio uccidendone l’amico. Normale o no (ci sarebbe da discuterne a lungo) quel padre è uno che ha ordinato un assassinio. Non è che la “normalità” di un atto odioso (di un tentato omicidio) giustifichi un comportamento criminale. Altrimenti Zagor non dovrebbe neppure lottare contro la schiavitù, o difendere gli indiani. Immagino però che, dopo tanti “sfioramenti”, qualcosa si possa approfondire meglio. Tipo l’argomento religioso (i missionari, l’odio fra cattolici e le tante chiese protestanti), o quello della condizione della donna.