venerdì 24 gennaio 2025

L’uomo lupo (Zagor Classic 65)

È uscito in edicola il terzo volume del nuovo corso della collana Zagor Classic: periodicità trimestrale, un’unica storia completa in perfetta sequenza cronologica, senza più numero progressivo riportato sul dorso (ma solo in seconda di copertina).

Questa volta le pagine sono complessivamente 160, tutte dedicate alla storia. L’introduzione di Moreno Burattini è presente in seconda di copertina.

L’avventura contenuta nell’albo è quella originariamente apparsa sui nn. 50/55 della Collana Lampo – IV Serie da gennaio a marzo 1969 e poi riproposta per la prima volta nel cosiddetto “formato bonelliano” nei nn. 99/100 della Collana Zenith Gigante (corrispondenti ai nn. 48 e 49 della Collana Zagor Gigante) dei mesi di giugno e luglio 1969.

Il soggetto e la sceneggiatura sono di Guido Nolitta (Sergio Bonelli) e i disegni di Franco Donatelli.

La storia vede ancora Zagor e Cico impegnati nel loro lungo viaggio di ritorno a Darkwood dopo le vicende vissute a bordo della Strega Rossa, quelle con i Seminoles di Manetola, l’incontro con il cherokee Satko e la minaccia del Fante di Picche.

I nostri due eroi giungono a Stormy Pass, un valico battuto da un vento freddo e dalla neve, e infestato dai lupi. Zagor e Cico lo attraversano con difficoltà e, dopo un violento scontro con un branco di lupi affamati, giungono nel vicino borgo e trovano ospitalità presso i coniugi Marwick. Vengono così a sapere che tutta la valle è minacciata da una mostruosa creatura!

Il mostro che tormenta gli abitanti di Stormy Pass è un licantropo… un uomo che, durante le notti di luna piena, si trasforma in lupo mannaro! E può essere chiunque perché, come assicura una vecchia credenza popolare, “anche un uomo dal cuore puro può trasformarsi in lupo, quando l’aconito fiorisce o la nuova luna risplende!”.

Una notte Zagor ha modo di affrontare l’uomo lupo e, dopo esserne stato ferito, trova ricovero presso la casa del dottor Donald Stubb, uno studioso venuto a Stormy Pass proprio per indagare sullo strano fenomeno. Lì lo Spirito con la Scure rinviene casualmente un diario segreto sul quale il dottore ha annotato un incredibile racconto: egli aveva scoperto l’identità del licantropo e si era prodigato per guarirlo dalla maledizione; purtroppo era stato aggredito dal mostro ed era stato costretto ad ucciderlo. Un morso del licantropo gli ha però trasmesso il male ed ora è Stubb che, nelle notti di luna piena, terrorizza Stormy Pass!

Lo scontro finale tra Zagor e l’uomo lupo è inevitabile e si conclude con la morte di quest’ultimo.

Lo Spirito con la Scure, per allontanare il terrore dalla vallata, nasconde la verità dei fatti e lascia credere agli abitanti che l’assassino fosse solo un grosso lupo e che il dottor Stubb se n’è tornato a Richmond avendo finalmente scoperto che l’uomo lupo non esiste...

* * *

Storia stupenda e piena di atmosfera; i disegni di Donatelli sono nitidi, con chiaroscuri bellissimi; il mostro si rivela, in realtà, una vittima da compatire: i veri responsabili sono, come dice Zagor, “lo strano destino che incombe su questi monti maledetti... e la misteriosa luna che brilla impassibile lassù... e questo profumo dell’aconito che sembra farsi sempre più forte... ossessionante”.

La copertina dell’albo gigante “L’uomo lupo”, utilizzata anche per questa ristampa, è sicuramente tra le 10 più belle di tutti i tempi, e gli amici zagoriani che mi conoscono bene sanno che la storia è una delle mie preferite. Quindi, all’epoca dell’uscita di questa avventura nella Collezione Storica a Colori di Repubblica, mi ero fatto immortalare con in mano i vari albi usciti sino ad allora che hanno tutti la medesima copertina. Questa volta non sono arrivato a tanto, ma vi ripropongo quella foto, insieme a una nuova immagine con il numero di questo Zagor Classic.


Appuntamento, ora, al 15 aprile con la storia completa di 144 pagine dedicata a “La città nascosta”!



10 commenti:

  1. Una storia epocale ben rappresentativa della complessità di un personaggio che già negli anni sessanta si discosta dall'eroe granitico che non perde troppo tempo in riflessioni di natura filosofica.
    Questo è Zagor, con il suo coraggio, le sue incertezze, la sua solarità, i suoi pensieri alti (e altri) che ce lo fecero amare da ragazzini e che, forse, ha contribuito a plasmare le nostre personalità.
    Cercare sempre la verità, anche quando è difficile e faticoso da trovare, metterla sempre alla prova con la realtà per poi battersi con coraggio e abnegazione, avere sempre un pensiero positivo anche per le persone che ci piacciono poco e dare una loro una chance perché chissà che non ci sbagliamo.
    Grazie Nolitta, grazie Ferri e grazie a questo antico Donatelli dal tratto inconfondibile e deliziosamente ingenuo.
    E grazie a Marco naturalmente per le sue pregiate sintesi.

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    1. Grazie per il commento, Mario. Riflessioni molto belle le tue!

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  2. Molto bella questa storia, con un'atmosfera stupenda. Era lo Zagor di Nolitta, riflessivo e umano. A volte ingenuo, ma coerente con il periodo storico.

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  3. È una storia che leggo ancora oggi molto volentieri! Perchè Nolitta sa creare un' atmosfera di tensione crescente, utilizzando con grande maestria tutti gli espedienti classici che infiltrano la paura nel cuore del lettore. L' ambientazione: notturna, cupa, minacciosa. Gli animali feroci. Il viandante terrorizzato da non si sa che cosa. La famiglia isolata che vive come assediata da un nemico misterioso. Il racconto della prima comparsa del mostro e del sopravvissuto che ha perso la ragione. La casa isolata del dottore, così affabile e ospitale, ma che possiede un laboratorio da brividi.
    Tutto è creato per sollecitare la fantasia del lettore ad entrare in un mondo a lui ignoto, insieme ovviamente ai soliti amici, Cico e Zagor.
    Le due copertine sono esaltanti, tra le più evocative di Ferri. Anche i titoli interni lo sono: "Terrore nella valle" - " Tra gli artigli del mostro" - "Il diario segreto" - "Plenilunio". Mi piaceva quando venivano scritti, come in questi albi, all'interno della vignetta.
    Non mi piace invece la colorazione di questa ristampa. Qui i colori banalizzano l'atmosfera, per esempio nel disegno che hai postato, sembra che l'uomo lupo assalga Zagor in pieno giorno, con quel cielo azzurrino!
    Sono contrario a colorare i fumetti nati in bianco e nero.
    Per curiosità: qualcuno di voi possiede gli albetti a striscia di questo episodio?
    Grazie Baltorr e complimenti per i tuoi articoli!
    Giuliano

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    1. Grazie Giuliano, bello il tuo intervento. Anch'io sono d'accordo che l'atmosfera di questa storia rende di più con il bianco e nero... per la colorazione, pare dobbiamo accontentarci...
      Come hai potuto vedere da una delle foto che ho messo in coda all'articolo, degli albetti a striscia che presentavano originariamente questa storia posseggo il n. 52 (dal titolo L'Uomo Lupo).
      Ciao e grazie anche per i complimenti!

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  4. Sono assolutamente d'accordo con Giuliano: sia per l'osservazione sui titoli interni (come sappiamo derivati dai titoli degli albetti a striscia) sia per quella sulla colorazione dei fumetti Bonelli in genere, laddove il cielo è sempre banalmente azzurrino anche in pieno deserto texano come se ci trovassimo sul Gran Paradiso in una giornata di giugno...gli interni sempre marroncini, l'imbrunire sempre bluastro...con il b/n i colori ce li mettevamo noi lettori con la fantasia, così come con la fantasia "sentivamo" le voci dei personaggi.
    Per fortuna che non fanno albi "sonori"...sai la delusione! :-)

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    1. Grazie per il tuo intervento, Mario! ....no, gli albi sonori nooo!!!

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  5. In questo episodio si vede chiaramente come Cico e Zagor interagiscono perfettamente tra loro. Cico apre con una sua gag divertente, poi sono insieme ad affrontare la minaccia della bufera e dei lupi. Zagor prende il palcoscenico quando insegue temerario il mostro, ma è Cico che lo salva! E alla fine sarà lo Spirito con la Scure a sdebitarsi con il messicano. Il fatto che fossero entrambi protagonisti, ciascuno con i suoi pregi e difetti, quasi complementari, era il segreto del successo della collana! Cico non è affatto un buffone, pavido e indolente. Direi anzi che esprime il buon senso e l'istinto di conservazione.
    Quando usciranno le strisce anastatiche di questo episodio cercherò di procurarmele, le copertine sono davvero belle!

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    1. Grazie per il commento, Giuliano! Concordo in tutto e per tutto! Ciao!

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