Cuenca Verde è un’isola su cui si è insediato un piccolo regno abitato da profughi spagnoli fuggiti dal Messico, il cui re è il perfetto sosia di Cico. Oscure trame alla corte del sovrano spingono alcuni ministri e militari a cercare di sostituirlo con Felipe Cayetano Lopez Martinez y Gonzales, ritenendo di poterlo manovrare. Il pancione viene rapito e Zagor si getta all’inseguimento dei congiurati per liberare il suo fedele amico.
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Alla fine gli zagoriani “completisti” hanno vinto! Dopo anni di reiterate richieste, sia di persona che sul web, la classica goccia che buca la pietra, gli appassionati zagoriani sono stati ascoltati e con l’operazione “recupero storie introvabili” ecco che il famosa (o famigerata) storia cult Il re di Cuenca Verde è stata pubblicata.
Se non ricordo male, fu nel 2007/2008 che si cominciò a parlare di questa storia inedita rinvenuta fortunosamente negli archivi della Casa Editrice. Tanto che, in occasione del Raduno primaverile del Forum SCLS del 2008, Moreno Burattini portò con sé alcune fotocopie a grandezza naturale delle tavole, da mostrare e regalare agli appassionati. Qui sotto potete vedere quella che mi toccò in sorte, corrispondente alla pagina 34 di questo Speciale.
Che dire della storia? È di fatto una commedia, dove tutti gli “attori” si comportano di conseguenza. Cico la fa da padrone (tanto che qualcuno ha commentato che sembra quasi uno degli Speciali a lui dedicati). Il tono è leggero (pur non mancando alcuni momenti drammatici da cappa e spada), persino il cattivo di turno si potrebbe definire “da operetta”, e la storia è simpatica in sé.
Ma proprio tutti questi elementi fanno capire perché, all’epoca della sua realizzazione, non abbia potuto vedere la luce sulla Collana Zenith.
Se le altre storie di Giorgio Pezzin (La pista del west, Sfida al campione, L’uomo eterno - delle quali solo la prima avevo veramente apprezzato) avevano comunque toni prevalentemente seri, pur non mancando di elementi comici riusciti, questa invece sembra destinata ad un pubblico di ragazzini …ammesso che questo sia da considerarsi per forza un elemento negativo… lettori di storie più “leggere” come quelle di Topolino (non dimentichiamo che Pezzin è, ed è stato, soprattutto uno sceneggiatore Disney). Infatti qualcuno ha anche fatto notare una certa somiglianza tra questa storia e quella di Topolino sosia di Re Sorcio di Floyd Gottfredson del 1937…
Per quanto concerne i disegni, devo dire che è stato bello rivedere il tratto di Pini Segna, che durante la mia adolescenza non ho mai apprezzato su Zagor ma che ora ho trovato piacevole.
In conclusione, questo Speciale lo ritengo un bel recupero vintage, una storia che mi sono divertito a leggere, con tante ingenuità sì, ma che a mio parere merita sicuramente un voto positivo. Inoltre, dato che molti zagoriani hanno per tanti anni insistito affinché venisse tirata fuori dal cassetto, ora non possiamo che essere indulgenti nei suoi confronti.
La nostra recensione di Zagor Più n. 15... sulla quale non converrete... https://comixarchive1.blogspot.com/2024/11/zagor-piu-n.html
RispondiEliminaApprezzo l'ironia insita nel commento postato. La recensione è articolata, e - che ci si trovi d'accordo o meno - vale la pena di essere letta. Non ho, tuttavia, compreso se viene commentato uno dei racconti in particolare o il volume in generale. In quest'ultimo caso, trattandosi di opera di sceneggiatori e disegnatori diversi, forse sarebbe opportuno specificare a quali ci si riferisce quando si parla, ad esempio di "scarsa qualità dei dialoghi" oppure di "disegni rigidi e poco dinamici".
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